«Sant’Agostino – spiega mons. Franco Giulio Brambilla nel suo messaggio per l’avvio di Passio 2020 – ha introdotto la bella immagine delle due città: la città dell’Uomo fondata sull’amor sui (l’amore di sé), la città di Dio animata dall’amor Dei (l’amore di Dio). Sono due modi di essere nel mondo che lottano e crescono insieme l’uno con l’altro. In questo sta la bellezza della città: essa custodisce il bisogno di vita degli uomini, ma deve aprirsi all’alto che illumina la vita formicolante sulla faccia della terra. L’amore di sé, la promozione della vita, del lavoro dell’uomo, dei buoni legami, della prossimità accogliente vanno vissute come forme dell’amor sui, ma per essere spazio di autentica socialità hanno bisogno dell’amore di Dio, della fonte zampillante di carità, di misericordia, di perdono, di comunione, di tutte le forme dell’amor Dei».
Dunque, Passio 2020 «sarà l’occasione per esplorare la città – spiega don Silvio Barbaglia, presidente del comitato promotore –, per sondarne i lati virtuosi e i lati problematici, e dare voce alla ricerca di senso e alla domanda di salvezza che da essa salgono verso un “oltre”, cui la tradizione cristiana ha dato il nome di cielo e di Dio».
La città – il luogo simbolico della convivenza umana organizzata – è al centro della nona edizione di Passio, il progetto di “cultura e arte attorno al mistero pasquale” che dal 26 febbraio al 19 aprile 2020 propone nel territorio della Diocesi di Novara 190 eventi di arte, musica, cultura e spiritualità. «Fra cielo e terra. Città dell’Uomo, città di Dio» è il titolo della manifestazione, preso a prestito da uno dei più noti trattati di teologia di sant’Agostino.